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Jatropha curcas L.

Jatropha curcas L.

foto 639
Foto: R. K. Henning.

Phylum: Tracheophyta Sinnott, 1935 ex Cavalier-Smith (1998)

Classe: Magnoliopsida Brongn. (1843)

Ordine: Euphorbiales Lindl. (1833)

Famiglia: Euphorbiaceae Juss., 1789

Genere: Jatropha L.


enEnglish: Barbados nut, Physic nut, JCL (abbreviation of Jatropha curcas Linnaeus)

deDeutsch: Purgiernuss

spEspañol: Piñón

Descrizione

È un arbusto perenne, velenoso, di altezza massima di circa 5 m. I semi contengono circa il 30-38% di olio, non commestibile ma utilizzabile tal quale come comune combustibile, ovvero come carburante, previa semplice filtrazione, in motori Diesel opportunamente progettati, oppure trasformabile in Biodiesel tramite transesterificazione e impiegabile in tutti i motori Diesel senza alcuna modifica specifica. Foglie: grandi, di colore dal verde vivo al verde pallido. Fiori: modesti come tutte le Euforbiacee. Frutti: i frutti sono capsule, sono prodotti nella stagione fresca, in caso di clima e suolo favorevoli si possono avere più fruttificazioni all'anno. Semi: la maturazione delle capsule, e dei semi, si ha quando la capsula dal verde passa al giallastro. La coltivazione è semplice purché sia coltivata nelle regioni dove il clima sia sufficientemente caldo, infatti sopporta temperature prossime allo zero (in Australia risulterebbe selezionata una varietà resistente a -5 °C), ma una vegetazione ottimale si ha solo a temperature superiori ai 14 °C. La pianta non ha esigenze particolari di terreno, cresce bene anche in terreni non lavorati, con terreno compatto e con poco terriccio, sabbioso o sassoso, anche se preferisce terreno almeno in parte smosso. Sopporta alte concentrazioni di sale nel terreno. La concimazione è opportuna solo dopo la germinazione dei semi. La germinazione con clima caldo è molto rapida. Nonostante la riproduzione da seme sia molto facile e veloce la moltiplicazione più usata è comunque per talee, la diffusione per talee è più efficace, dato che permette la conservazione delle caratteristiche di varietà. La Specie infatti ha una elevata variabilità varietale, soprattutto nella attitudine a produrre fiori e frutti. La pianta è monoica, cioè ha sulla stessa pianta fiori maschili e fiori femminili, di norma 10 fiori maschili per ogni fiore femminile. A volte i fiori maschili sono sovrabbondanti e quindi sono carenti i femminili che producono frutti; in tal caso la produzione in frutti è inferiore. La selezione di varietà a maggiore fruttificazione non è ancora molto sviluppata. La pianta sopravvive con solo 250 mm di pioggia all'anno, anche se produzioni consistenti in frutti e semi si hanno con 400-600 mm; solo nei primi due anni può avere vantaggio da moderate irrigazioni. Non è necessaria una particolare preparazione del suolo per l'impianto, anche se ovviamente un miglioramento del suolo migliora le rese. Non si conoscono particolari malattie in ambiente adeguato, l'applicazione di pesticidi è inutile, la pianta è naturalmente dotata di fungicidi e pesticidi naturali. Un fattore molto importante nella coltivazione è che la pianta utilizza ambienti che non sarebbero altrimenti utilizzabili nelle coltivazioni foraggere o da piante alimentari. In sintesi la coltivazione della Jahtropa può non sottrarre spazio alle altre piante coltivate. Anche se potenzialmente la pianta può produrre semi dal primo anno, o anche in una sola stagione, una produzione significativa di semi si ha solo dopo tre anni. La pianta vive circa quaranta anni. In caso di conduzione a siepe è citata una produttività di 8–10 kg di semi a metro di siepe. La produttività per ettaro è molto variabile e dipende fortemente dalle condizioni di coltivazione, è evidente che una coltivazione ai limiti della sopravvivenza dà una produzione esigua. La produttività media con suolo di moderata fertilità ma discretamente profondo dà una produzione media di 3,5 t di seme per ettaro. La produttività varia da 0,4 t per ettaro il primo anno di impianto fino a 5 t a partire dal quarto anno. Jatropha curcas non ha una eccellente condizione per essere propagata per via vegetativa, è più facile riprodurla per seme, come accennato però la propagazione delle caratteristiche varietali è un fatto molto importante. Le propagazioni sono possibili con preparazione di talee messe a radicare, ma anche mediante innesti (di vario tipo) e propaggini. Usi: i semi sono esclusivamente usati per produrre l'olio che può essere usato direttamente come normale combustibile o, previa filtrazione, come carburante in appositi motori specificatamente modificati. Con procedimenti di transesterificazione si produce invece il normale combustibile biodiesel. I residui dei semi spremuti sono un ottimo fertilizzante, le radici della pianta proteggono il terreno e con l'olio si fabbricano saponi. Il contenuto in olio estratto dai semi varia dal 28% al 38%, un ettaro di piantagione può produrre fino a 1.6 t di olio, ovviamente in terreni poveri la produzione è molto più modesta. La Jatropha permette di produrre un combustibile di ottima qualità, a bassa viscosità, secondo all'olio di palma, la cui coltivazione richiede tuttavia notevoli quantità di acqua. La Jatropha non compete con la produzione di generi alimentari poiché non è commestibile, richiede basse quantità di acqua ed è sufficiente un'irrigazione "sporca", e quindi non sottrae acqua potabile all'uso umano, cresce in zone aride dove comunque sarebbero possibili poche altre colture. Permette di estendere la superficie coltivabile in zone aride, svolge un ruolo importante contro la desertificazione e l'erosione dei suoli. L'olio estratto dai semi (Olio di Jatropha), è usato come combustile da cucina, per illuminazione, per produrre lubrificanti, saponi, detergenti, oli da bagno, ammorbidenti; è anche usato per adulterare gli oli vegetali di costo superiore. L'olio di Jatropha non è adatto alla alimentazione umana, è tossico per la presenza di esteri di forbolo, saponine e altre sostanze irritanti, se ingerito produce violenti effetti di vomito e diarrea. La linfa produce reazioni irritanti alla pelle. L'India ha incluso la Jatropha nel programma per l'indipendenza energetica entro il 2012: nello Stato del Chhattisgarh ne saranno piantate 160 milioni di esemplari. Il Madagascar ha stipulato accordi con società italiane per coltivare 100.000 ettari di terreno a jatropha, con un investimento di 5 milioni di euro, che dovrebbe fornire 300.000 tonnellate/anno di olio vegetale. La società finlandese Wartsila ha dato avvio alla prima centrale elettrica al mondo alimentata da biocarburante, a Merksplats, in Belgio. Inizialmente l'impianto produrrà energia elettrica per 20.000 abitazioni, e il calore servirà agli agricoltori locali per riscaldare le serre e in particolari processi di asciugatura dei fertilizzanti. Una seconda centrale è in costruzione in Sardegna, nelle ex cartiere di Arbatax.

Diffusione

La pianta è originaria del Centro America, da dove è stata diffusa in diverse altre zone tropicali e subtropicali è principalmente coltivata in Asia e in Africa, dove è conosciuta come Pourghère. Dato che è tossica è usata spesso come recinzione vivente per proteggere orti e giardini dagli animali, per lo stesso motivo in Africa è usata per recintare tombe e cimiteri. È molto resistente all'arido, è coltivabile in zone pressoché desertiche. La pianta è originaria dei Caraibi e fu traghettata in tutto il mondo dai marinai portoghesi che la utilizzavano per costruire recinzioni a protezioni di orti e giardini. solo in un recente passato sono state scoperte le sue proprietà energetiche.


06140 Data: 01/12/2006
Emissione: Alberi
Stato: Zimbabwe
09793 Data: 15/10/1968
Emissione: Prodotti delle Isole di capo Verde
Stato: Cape Verde